Domenica 24 marzo 2019 sono andata con mamma ad Ancona, alla Mostra Fotografica: Robert Capa “Retrospective”, sul più grande fotoreporter del XX secolo, allestita alla Mole Vanvitelliana/La Mole Ancona
La mostra è davvero molto toccante, circa 100 foto in bianco e nero che proiettano immediatamente l’osservatore dentro alcuni conflitti del Novecento in Spagna, Cina, Tunisia, Italia. Francia, Germania, Laos e Vietnam dove Robert ha perso la vita mettendo il piede su una mina antiuomo.
Ho notato che mia madre si è commossa davanti agli scatti dello sbarco in Normandia.
A me è piaciuta la bellissima foto di Pablo Picasso che regge un ombrellone per proteggere dal sole la sua compagna Françoise Gilot e quella di Henri Matisse che dipinge in una stanza il cui pavimento è rivestito di giornali.
Mi ha poi colpito la storia d’amore di Robert con Gerda Taro, anche lei fotografa.
Nell’ultima sala, sul muro, c’è la testimonianza di Andrea Camilleri di come ha conosciuto Robert Capa.
Vi consiglio di andare a vedere questa mostra perché mi ha lasciata senza parole.
Dopo la mostra io e mamma abbiamo fatto un giro ad Ancona e dato che era la domenica del Fai di primavera, abbiamo avuto la fortuna di potere entrare in un palazzo in via Astagno, situato nell’antico ghetto, al cui interno c’erano due sinagoghe, al piano terra quella italiana e al primo piano quella levantina. Giovani studenti ci hanno fatto da guida.
Sulla strada, all’ingresso della Sinagoga, due sampietrini d’autore riportanti sulla superficie in ottone i nomi di due coniugi Guido Lowenthal ed Eugenia Carcassoni deportati e morti ad Auschwitz.
Siamo andate poi al mercato delle Erbe, ma purtroppo era tardi per le visite.
Un ultimo giro per la città e poi autobus, treno, macchina e… finalmente a casa.
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